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La risposta della Città all’interpellanza dei Verdi è irresponsabile e minaccia la fiducia nelle nostre istituzioni

Posted On Febbraio 20, 2019 at 7:33 am by / Commenti disabilitati su La risposta della Città all’interpellanza dei Verdi è irresponsabile e minaccia la fiducia nelle nostre istituzioni

È con indubbio stupore che abbiamo appreso la risposta della Città alle interpellanze del PS e dei Verdi. Scaricare qui la risposta completa.

Crediamo che questa risposta rifletta perfettamente la poca considerazione che alcuni rappresentanti politici sembrano avere per la volontà popolare e per l’interesse pubblico. In un periodo dove la fiducia dei cittadini verso le istituzioni sta subendo un forte calo riteniamo questa risposta irresponsabile.

Prima di tutto, sulla forma:

  • I firmatari della risposta utilizzano come esempio per la deroga sui trasporti il precedente cantiere di costruzione per il traliccio della funivie a Monte Brè per far credere che un gigantesco progetto edilizio di 30.000 m2 possa tranquillamente beneficiare delle medesime deroghe.
  • Gli interpellanti si sforzano di spiegare perché le loro istanze siano rilevanti nonostante il fatto che le domande di licenza edilizia non siano ancora state presentate. Infatti, tali richieste frammentate e incrementali non rivelano la subdola ambizione dei richiedenti; ambizione, questa, già confermata dai medesimi promotori. Nonostante ciò, l’esecutivo si nasconde nella sua risposta dietro un «non sappiamo nulla» e «tutto è solo un’ipotesi»: si tratta della stessa linea di disinformazione tenuta con agli abitanti e proprietari di Monte Brè per più di due anni. Un modo di celare l’evidenza che ora ritroviamo nella penna dell’esecutivo comunale.
  • Parallelamente, la Città ribatte alla cifra di 2 tonnellate/m2 di materiale da costruzione necessario affermando: «Considerata la posizione del previsto cantiere, vi è da supporre che i promotori faranno il più possibile capo a strutture prefabbricate, e ev. impianti di prefabbricazione in loco per il calcestruzzo e altri elementi». In seguito citano: «Del resto, anche il lasso di tempo previsto per la costuzione (3 anni) è attualmente puramente teorico e dipenderà molto dalle modalità di finanziamento dell’intera operazione».

Questa risposta è molto interessante, perché sembra quasi che il Municipio si faccia portavoce degli speculatori e sembra suggerire che egli disponga di informazioni che noi non abbiamo. In considerazione dei CHF 5’500/m2 che i promotori prevedono di spendere per la costruzione, abbiamo pensato che 2 tonnellate/m2 fosse un’ipotesi realistica. Saremmo quindi molto interessati a conoscere l’origine del ragionamento del Municipio e a conoscere i dettagli di ciò che il Municipio sembra conoscere sui vincoli di finanziamento di Augur Invest AG.

Poi, sul contenuto:

  • Nel documento di risposta viene totalmente ignorato l’articolo 109 della Legge sullo sviluppo territoriale che impone all’Autorità di analizzare le domande di autorizzazione a costruire applicando il principio dell’inserimento ordinato e armonioso nel paesaggio.
  • Viene inoltre riconosciuto che la strada di accesso al Monte Brè dovrebbe essere riqualificata e che importanti lavori dovrebbero essere eseguiti (in particolare per aggiungere uno spessore di asfalto e consentire nuovi punti di attraversamento). Tuttavia tali interventi richiederebbero molto tempo e sarebbero soggetti a ricorsi. Per questi motivi la realizzazione del «Lago Maggiore Grand» è impensabile et improponibile entro i tempi previsti. Tutti elementi che a nostro avviso gli impendimenti sopracitati non possono ignorare e/o minimizzare. Inoltre il Municipio si è guardato bene nell’indicare a chi sarebbero a carico gli importanti lavori di adattamento del collegamento stradale.
  • Sorprendentemente il Municipio ritiene che l’approvvigionamento di acqua potabile sia sufficiente. Questa è un’affermazione assai temeraria tenuto conto dei periodi di carenza di acqua annunciati regolarmente per le zone di Cimetta, Colmanicchio e Monte Brè. In altre parole, ciò che è stato vietato agli abitanti della regione sarebbe oggi consentito a degli speculatori stranieri e in misura decuplicata. Risparmiamo acqua evitando di produrre neve artificiale sui pendii a Cimetta, ma ora si vuole costruire sulla stessa montagna 3.000 m2 di spa con piscina coperta per pochi milionari!
  • Il Municipio spiega che durante le discussioni sulla costruzione della teleferica di Cardada, all’epoca avevano fissato un massimo di 60 transiti di camion a due assi da 18 tonnellate ciascuno (30 viaggi di andata e ritorno) per la strada forestale di Brè. Fortunatamente per la montagna e per i suoi abitanti, l’opera aveva rappresentato solo una frazione di questo volume (ed era durata solo un anno). Ci permettiamo di contestare con forza il fatto che 60 transiti di autocarri per 3 anni (con pesanti effetti di transito su Locarno-Monti, Orselina, Minusio, Muralto, Solduno) siano un numero ragionevole e tollerabile.

Ripetiamo quest’ultimo punto ancora una volta.

La città ritiene ragionevole imporre 60 transiti giornalieri di camion a due assi che trasportano 18 tonnellate ciascuno. E, cara popolazione di Locarno, Locarno-Monti, Orselina, Minusio, Muralto, Solduno, sappiate che questi mezzi pesanti non partiranno dall’hotel Tabor!

Una risposta ragionevole da parte del Municipio sarebbe stata: «Un progetto del genere sembra davvero sproporzionato e chiaramente contrario all’interesse pubblico, ma ci riserviamo il giudizio finale per il giorno in cui le licenze edilizie saranno depositate, e su cui ci impegniamo a rimanere particolarmente vigili». Purtroppo la popolazione di Locarno non ha avuto la fortuna di ricevere tale risposta; al contrario, il documento che abbiamo ricevuto ci sembra a tutti gli effetti eccessivamente possibilista.

In conclusione: una tale posizione, politica se ne esiste una, chiaramente di parte a favore di un progetto di distruzione, e da parte di rappresentanti pubblici che affermano di far parte di una tradizione liberale, è aberrante. Ricordiamo infatti ciò che tutti già sanno: tali progetti immobiliari speculativi non sono il risultato del libero mercato; al contrario, rappresentano uno dei sintomi più evidenti e volgari della pianificazione economica centrale e della manipolazione monetaria. Non sarebbero possibili senza un regime macroeconomico ostile al risparmio e agli investimenti. Questo regno dell’iper-consumo, dello spreco istituzionalizzato e della profanazione dell’ecosistema è completamente artificiale: è una vittoria della barbarie e dell’oscurantismo contro l’intelligenza e la civilizzazione.

Facciamo appello al senso del dovere di ogni uomo civile per impedire che la barbarie progredisca.